Alex Vs Hank

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  1. Alex Sherman
     
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    Alexader Daniel Sherman-Winter
    23 agosto
    23/08 ore 7:00 5th Avenue Alex vs Hank
    Ancora non avevo finito il mio turno notturno, Tony il mio capo quella mattina alle cinque mi aveva fermato di fronte al palazzo dove era sceso il nostro uomo, visto che da quattro giorni non avevamo risultati, avevamo pensato di agire più direttamente. Seguii l'uomo fin dentro il palazzo, com'era prevedibile c'era il portiere e com'era prevedibile mi fece passare con una banconota da 100$. Sicuramente il nostro indiziato si era comperato il portiere e se avessi mostrato il distintivo,uno non sarei passato, due avrei messo in allerta l'unico indizio che per ora avevamo delle nostre indagini. Andai all'ascensore e vidi che si fermava al quarto piano, finalmente ottenevo dei risultati, attesi che l'ascensore tornasse é presi anche io il mezzo di trasporto, andando però al quinto piano, da li scesi a piedi al quarto, sul pianerottolo c'erano tre sole porte, "tombola." Pensai, mentre mi avvicinavo alla prima porta, forzai la maniglia era chiusa a chiave e dal' interno non proveniva alcun rumore, alchè mi diressi alla seconda porta, provenivano dei rumori, qualcuno che fosse tornato a casa? Lessi il nome e lo memorizzai P. Miller, infine andai all'ultima porta, anche li udii dei rumori, ed anche in quel caso registrai il nome che identificava l'appartamento J. Walker, nello stesso istante sentii un rumore di chiavi provenire dalla porta, mi allarmai e corsi all'ascensore, mentre mi infilai gli occhiali per non farmi riconoscere più di tanto ed abbassai il capo mentre al mio fianco si fermò un uomo, le porte dell'ascensore si aprirono entrai seguito da lui, era il mio uomo, quindi J. Walker, lui mi guardò divertito "È l'ennesimo amante di Pamela... Non si preoccupi non dirò nulla ad Adam quando rientrerà, con me il vostro segreto e Al sicuro." Disse mentre indirizzava l'ascensore ai sotterranei, ecco perché perdevamo sempre le traccie, lo avevamo sospettato che avesse un'altra via d'uscita ed ora eravamo vicini alla verità. Feci un colpo di tosse per incrinare la mia voce "grazie amico." Pensai ringraziando P. Miller. Una volta nei sotterranei l'uomo, J, mi saluto e si diresse verso un auto, io feci finta di andare al lato opposto, ma prima che potesse uscire memorizzai la targa della sua auto, una BMW serie 530. Scomparvi dalla sua visuale e chiamai il mio capo, dandogli tutte le informazioni che ero riuscito a recuperare in meno di mezz'ora <<bene Sherman, torna a casa a riposare, e rientra verso le 16:00, abbiamo finito noi con le notti.>>
    Seguii il suo suggerimento contento, questo voleva dire che presto saremmo passati di nuovo all'azione.
    Uscii finalmente all'aperto e mi incamminai verso Broadway, anche se forse era meglio se ore devo un autobus, mi sentivo davvero stanco. Tolsi le le ti è con una mano mi stropicciai gli occhi, fu così che senza volerlo andai a finire addosso ad un ragazzo.
    "Scusami, non volevo." Gli dissi
    23/08 ore 7:00 5th Avenue Alex vs Hank

    Ancora non avevo finito il mio turno notturno, Tony il mio capo quella mattina alle cinque mi aveva fermato di fronte al palazzo dove era sceso il nostro uomo, visto che da quattro giorni non avevamo risultati, avevamo pensato di agire più direttamente. Seguii l'uomo fin dentro il palazzo, com'era prevedibile c'era il portiere e com'era prevedibile mi fece passare con una banconota da 100$. Sicuramente il nostro indiziato si era comperato il portiere e se avessi mostrato il distintivo,uno non sarei passato, due avrei messo in allerta l'unico indizio che per ora avevamo delle nostre indagini. Andai all'ascensore e vidi che si fermava al quarto piano, finalmente ottenevo dei risultati, attesi che l'ascensore tornasse é presi anche io il mezzo di trasporto, andando però al quinto piano, da li scesi a piedi al quarto, sul pianerottolo c'erano tre sole porte, "tombola." Pensai, mentre mi avvicinavo alla prima porta, forzai la maniglia era chiusa a chiave e dal' interno non proveniva alcun rumore, alchè mi diressi alla seconda porta, provenivano dei rumori, qualcuno che fosse tornato a casa? Lessi il nome e lo memorizzai P. Miller, infine andai all'ultima porta, anche li udii dei rumori, ed anche in quel caso registrai il nome che identificava l'appartamento J. Walker, nello stesso istante sentii un rumore di chiavi provenire dalla porta, mi allarmai e corsi all'ascensore, mentre mi infilai gli occhiali per non farmi riconoscere più di tanto ed abbassai il capo mentre al mio fianco si fermò un uomo, le porte dell'ascensore si aprirono entrai seguito da lui, era il mio uomo, quindi J. Walker, lui mi guardò divertito "È l'ennesimo amante di Pamela... Non si preoccupi non dirò nulla ad Adam quando rientrerà, con me il vostro segreto e Al sicuro." Disse mentre indirizzava l'ascensore ai sotterranei, ecco perché perdevamo sempre le traccie, lo avevamo sospettato che avesse un'altra via d'uscita ed ora eravamo vicini alla verità. Feci un colpo di tosse per incrinare la mia voce "grazie amico." Pensai ringraziando P. Miller. Una volta nei sotterranei l'uomo, J, mi saluto e si diresse verso un auto, io feci finta di andare al lato opposto, ma prima che potesse uscire memorizzai la targa della sua auto, una BMW serie 530. Scomparvi dalla sua visuale e chiamai il mio capo, dandogli tutte le informazioni che ero riuscito a recuperare in meno di mezz'ora <<bene Sherman, torna a casa a riposare, e rientra verso le 16:00, abbiamo finito noi con le notti.>>
    Seguii il suo suggerimento contento, questo voleva dire che presto saremmo passati di nuovo all'azione.
    Uscii finalmente all'aperto e mi incamminai verso Broadway, anche se forse era meglio se ore devo un autobus, mi sentivo davvero stanco. Tolsi le le ti è con una mano mi stropicciai gli occhi, fu così che senza volerlo andai a finire addosso ad un ragazzo.
    "Scusami, non volevo." Gli dissi
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    Hank S. Redfield *Era passato un giorno dal mio ritorno a New York e già l'aria della metropoli che non dorme mai si era impossessata di me. La giornata si era svolta in maniera piuttosto celere dato che dalle 11:00 arrivai nella sede della D&G per le questioni di marketing della prossima collezione, decidendo le campagne ed in quali spot futuri o locandine sarei dovuto apparire; seppur stressante e logorante mentalmente a livello emotivo decido che tutto questo impegno è salutare per il mio lato emotivo, lasciando sempre più indietro nel ricordo la fine del rapporto con Ellen e la tragica esperienza che ci ha visto protagonisti, sancendo tra l'altro un punto di rottura irreparabile.
    Tra una pausa e l'altra mi dedico ad interminabili colloqui telefonici con il consiglio universitario per accertarmi del transfer per passare dalla UCLA alla Columbia come insegnante di psicologia, decidendo con gli interlocutori di aggiornarci ai primi di Settembre. Intanto la riunione con i dirigenti dell'agenzia prosegue per almeno altre quattro ore filate, facendo uscire dalla sede intorno alle 21 circa; ritorno in casa e velocemente mi regalo una doccia risanante che viene seguita da una vestizione piuttosto celere, deciso come non mai di voler fare le ore piccole questa sera.
    Il giro dei locali è praticamente mediocre decidendo di soffermarmi sul secondo che trovo nella mia strada, regalandomi una serie di birre che vengono condite con chiaccherate con sconosciuti, perlopiù donne, passando una piacevole serata/nottata. Oramai le birre non le conto più e sento decisamente il desiderio di stendermi a letto e riposare per almeno un secolo, decidendo di fare una bella camminata a piedi e prendere un bel caffè da Starbucks di passaggio; senza rendermene conto percorro alcuni isolati e con altrettanta sbadataggine sbatto contro una persona apparentemente sbucata dal nulla. Oppure è stato proprio lui a venirmi addosso, non ne sono sicuro, ma il tipo mi tira fuori dal dubbio amletico scusandosi subito*

    - Non preoccuparti è tutto okay.

    *Ribatto prontamente alzando appena le mani come a voler palesare il danno praticamente nullo successivamente al nostro scontro*

    - La notte capita di poter andar contro alla gente eheh. Specie se bevi come una spugna...

    *Sorrido gentile all'uomo sussurrando più a me stesso l'ultima parte della frase, riservandomela come una sorta di auto - ramanzina*

    - Comunque io sono Hank, piacere. Che fai in giro a quest'ora? Anche tu reduce da qualche bicchierino di troppo mh?

    Outfit:
    foto di Hank S. Redfield.
    24 agosto alle ore 4.59 · Modificato · Mi piace

    Alexader Daniel Sherman-Winter Osservai l'uomo di fronte a me, fortunatamente non sembrava tanto disturbato dal fatto che li avessi spintonato, anzi mi giustificó dicendo che dopo una notte brava ci stava non reggersi più in piedi, e sinceramene dall'alito capii che effettivamente lui aveva bevuto e un bel po', disse di chiamarsi Hank.
    "Purtroppo sto finendo un turno di lavoro Hank, quindi stanchezza post lavorativa però ripensandoci, una bella notte di relax mi farebbe bene." Gli dissi, avevo bisogno di tornare a casa a mente più lucida, e forse anche lui, notai che qualche metro più avanti un bar stava aprendo, la barriera stava portando le sedie ai tavolini all'aperto e contemporaneamente con uno spruzzino ed una tovaglietta puliva i tavoli, misi una mano sulla spalla di Hank e gli indicai il bar
    "Sono Alex e dovrei tornare a casa un po' più lucido, che ne dici di dividere la colazione con me?" Proposi, così poi a casa mi sarei goduto solo e subito il mio bel letto matrimoniale.
    Avevo decisamente bisogno di passare una stata in assoluto relax e Tony mi aveva detto che quella sera era libera, subito alla mente mi tornarono un paio di occhi profondi e bellissimi, proprio come la proprietaria, le avevo fatto ricevere la borsa, ma chissà se ne era contenta, avrei voluto vederla sorridere, più rilassata e magari conoscerla di più, ma sicuramente in quel momento era concentrata sui suoi appunti a scrivere un pezzo importante del suo libro.
    Strinsi Hank sul braccio che i tenevo e li spinsi verso il bar, dovevo pensare ad altro "prendo anche dei pancake, così poi. A casa vado a riposare direttamente." Gli dissi "ti sei poi digerito stanotte?" Chiesi, sbronzarsi era liberatorio, ma i postumi non erano mai piacevoli
    24 agosto alle ore 10.16 · Mi piace

    Hank S. Redfield *Ascolto le sue parole in seguito alla mia supposizione della sbronza notturna, capendo in realtà che aveva appena finito di lavorare. Beh, decisamente da encomio tirare fino alle prime luci del mattino ed avere ancora la forza di parlare*

    - Alla grande, ci sto. Ho proprio bisogno di una colazione, soprattutto del caffè.

    *Ribatto convinto lasciandomi condurre verso il bar che sta per aprire i battenti dato che ormai era l'ora di apertura per molti negozi in cui si può far colazione, la classica ondata di lavoratori newyorchesi che partono all'arrembaggio per la giornata lavorativa; ci sediamo vicino al bancone dove una ragazza molto carina si appresta a prendere le nostre ordinazioni*

    - Io un caffè lungo ed anch'io dei pancakes grazie.

    *Un'ultima occhiata alla ragazza prima che vada via con la comanda ritorno con lo sguardo verso il ragazzo, presentatosi col nome di Alex poco prima, che mi chiede insomma il mio stato da post sbornia*

    - Ma sai, non'è che stia così male. Sono solo stanco, quindi una bella colazione e poi una dormita fino a pranzo sicuramente me la farò ehehe...tu invece? Che lavoro fai da dover stare fuori fino alle prime luci del mattino?
    25 agosto alle ore 2.20 · Non mi piace più · 1

    Alexader Daniel Sherman-Winter Hank venne con piacere con me al bar e dopo aver osservato la commessa che andava avanti e indietro, noi prendevamo posto, la ragazza giunse e insiem ordinammo caffè e pan cake, sembrava che stesse bene e che non avesse risentito tanto della sbornia, buon per lui, io quando sapevo che dovevo ubriacarmi portavo sempre qualcuno sobrio dietro, proprio perchè dopo avrebbero dovuto riportarmi a casa, non che non reggessi l'alcool, ma non mi piaceva guidare col pensiero che avrei potuto causare un incidente ed uccidere qualcuno. La cameriera ci portò finalmente le nostre ordinazioni e mi fiondai a bere il caffè era l'esigenza più grande in quel momento "Non lo diresti mai, ma sono un poliziotto. Ed è una settimana che ho il turno di notte, ma questa era l'ultima!" gli dissi soddisfatto, avevamo avuto un gran risultato "Tu invece cosa fai?" Gli chiesi, avevo notato che comunque si era sbronzato da solo, era a piedi ed era piacevole sapere che aveva coscienza, ma sbronzarsi da soli non era mai bello
    25 agosto alle ore 18.17 · Mi piace

    Hank S. Redfield *Con mia sorpresa mi ritrovo a parlare con un poliziotto. Non che ci sia qualcosa di male anzi, ma non sembra tanto comune come sembra come tipologia di lavoro. Intanto le nostre ordinazione arrivano ed io inizio a darci sotto con i pancakes per via dello stomaco che richiede qualcosa di consistente oltre all'alcool*

    - Oh un poliziotto. Beh hai ragione non lo avrei mai detto.

    *Faccio fuori mezza porzione della mia colazione che adesso viene accompagnata da qualche sorso, più che piacevole, di caffè. Mi rilasso maggiormente sulla sedia e godermi il silenzio calmo e pacifico del mattino, continuando a sorseggiare la bevanda che tanto piacere mentale mi da*

    - Io sono un modello ma a breve vado ad insegnare psicologia alla Columbia. So che sono occupazione agli antipodi tra loro ma....si, sono un modello - professore ahaha..

    *Ammicco divertito ritornando a mangiare qualche pezzo di pancakes, ascoltando intanto il motivetto di sottofondo provenire dalla radio del locale ma non riuscendone a carpire il titolo*
    26 agosto alle ore 2.11 · Mi piace

    Alexader Daniel Sherman-Winter Hank Redfield rimase realmente stupito del fatto che facessi il poliziotto, e mentre la radio del locale faceva partire la radio prese a suonare mi dissi che faceva il modello, ma anche il professore di psicologia. Sinceramente non mi sarei aspettato la psicologia come materia, ma tutto quello che aveva detto ci stava, quando si doveva sbarcare il lunario era normale che uno iniziasse a fare dei lavori che non erano quelli che ci si era prefissati ed osservando bene Hank era un rafazzo con una certa prestanza fisica, quindi ci stava come modello, finii di bere il mio caffè perché per ridare avevo bisogno di quello e tornai su di lui "Sarà no anche gli antipodi, ma onore a te, in una maniera devi pagare le bollette e l'affitto." Gli dissi realmente colpito "Ah e complimenti per la cattedra, in fondo sei giovane ed è un bel traguardo avea ottenuta." Gli dissi, se lavorava alla Columbia avremmo potuto incontrarci anche altre volte.
    "La Columbia si trova sulla via di Broadway e guarda caso io abito li." Buttai li "chissà che non ci incontriamo anche altre volte."
    27 agosto alle ore 22.52 · Modificato · Mi piace

    Hank S. Redfield *Le sue parole sono di grande stima e decisamente gradite dato che un pò era vero ciò che dice, avendo decisamente passato qualche grattacapo in più nel corso degli eventi*

    - Beh si è una bella soddisfazione davvero, ti ringrazio.

    *Intanto sia i pancakes che il caffè giungevano al termine così come anch'io, visto che il sonno inizia a farsi sentire, nonostante la caffeina appena presa. Finisco l'ultima sorsata di caffè mentre lo ascolto ed annuendo poco dopo, poggiando la tazza sul tavolino*

    - Mh sisi è vero. Beh allora magari qualche sera, quando non sarai in servizio ce ne andremo in giro a prenderci qualche birra mh?

    *Annuisco alla mia stessa proposta alzandomi dalla sedia per prendere il portafogli ed uscire una banconota da dieci dollari, abbastanza per coprire almeno la mia parte di colazione*

    - Io adesso però scappo sennò finisce che dormo sul tavolo. Buona giornata Alex!

    *Un lieve cenno con la mano alzata mi permette di congedarmi dall'uomo ed uscire così dalla caffetteria, andando così verso casa per regalarmi una lunghissima sessione di ozio sul letto*
     
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